LA STORIA
DEI REPARTI SPECIALI DELL'ESERCITO
D'agli arditi della I Guerra Mondiale, al X Reggimento
Arditi della II G.M.
D'ai reparti d'assalto fino agli incursori,
dovendo spesso combattere contro incomprensioni ed errori.
Il Regio Esercitoiniziò la I Guerra mondiale con tattiche e
strategie del tutto superate, pagate con
perdite pesantissime in ostinatitentativi, di sfondamento frontale; errori
ripetuti anche da eserciti come quello francese e britannico. I tedeschi
seppero sviluppare nuove tecniche d'assalto, sperimentate con successo
prima sul fronte orientale e poi con le truppe d'assalto su quello occidentale
e italiano.Nell'ottobre 1915 il Capitano Cristoforo Basseggio costituì
una compagnia autonoma di esploratori-arditi.Finalmente , nel 1917,
venne decisa la formazione di nuovi reparti d'assalto, denominati "arditi".
Personale selezionato, addestramento particolare, armamento d' assalto (pugnali,
bombe a mano, pistole, lanciafiamme ), per conquistare d'impeto magari in
azione notturne, le postazioni per poi passarle alle unità di
linea. Tutto il conflitto sul fronte Italiano fù caratterizzato dalla
difficoltà di conuistare le postazioni, per cui gli arditi avevano
il ruolo di truppe leggere d' assalto, simile alle Strumtruppen ( Truppe d'assalto
) tedesche. Questi reparti si distinsero in numerose occasioni, come
nella conquista di Col Moschin da parte del IX Reparto d' Assalto e addirittura
furono formate delle intere divisioni di arditi.Gli arditi si guadagnarono,
a prezzo di gravi perdite, la fama di soldati risoluti, in grado di sbloccare
situazioni particolarmente delicate, con assalti molto decisi . Si trattava
sempre di attività di linea, non di azioni oltre le linee o
sul territorio avversario., per esempio con sbarchi lungo
le coste avversarie. Gli arditi rimasero un mito in Italia ed ebbero "emanazioni"
anche in ambito politico, non solo in campo fascista ma, cosa non meno nota,
in quello comunista e socialista (" Arditi del Popolo").Tornando al settore
militare, il Regio Esercito continuò ad avere Reparti Arditi, impegnati
per esempio, nella Guerra di Etiopia, con battaglioni inseriti in ambito
divisionale. Ma le alte gerarchie non avevano compreso che ormai le linee
avversarie sarebbero state sfondate dalle forze corazzate.Purtroppo
per la solita miopia, durante la IIG.M.nonostante il largo impiego di commandos
fatto dall'avversario, lo Stato Maggiore del R.E. si decise troppo tardi
a realizzare reparti delle forze speciali, un settore molto delicato che
necessita di lunghi addestramenti e preparazione. Il I Battaglione Spaciale
Arditi fù costituito solo il 15 maggio 1942, ed iniziò l'addestramento.
La sua articolazione era su tre compagnie (101a , 102a e 103a ). Queste tre
pedine si distinguevano nettamente per la loro specializzazione. La prima
era composta da personale brevettato paracadutista; la seconda era indicata
come da "sbarco" (poi nuotatori); la terza era composta da "camionettisti".
In pratica ognuna si contraddistingueva per il metodo di infiltrazione adottato.
I paracadutisti sarebbero giunti dietro le linee dall' alto (con il paracadute),
i nuotatori sarebbero sbarcati dal mare, i camionettisti sarebbero stati
infiltrati via terra sulle camionette, un sistema praticamente utulizzabile
solo nel teatro bellico africano, dove l''estremità del fronte rimaneva
"sospesa" nel deserto, lasciando modo alle pattuglie di aggirare le linne
avversarie (come effettivamente fecero SAS e LRDG britannici).
Il personale tutto volontario, fu scelto con la massima cura,
accettando solo veterani, decorati almeno di Croce di Guerra, Al
Battaglione fece seguito in agosto il II ( 111a, 112a e 113a ) Compagnia
, con la creazione il 15 settembre 1942 del 10° Reggimento Arditi.
Nel gennaio del 1943 iniziava l'addestrament o il III Battaglione
(121a, 122a e 123a compagnia), costituito il 1° marzo, seguito all'
inizio dell' estate dal IV Battaglione. Alla testa del 10° Reggimento
Arditi, venne posto un valoroso soldato, il colonello Renzo Gazzaniga, già
comandante dell'Ufficio I dello Stato Maggiore. La sede venne fissata
nel castello di Santa Severa, sul litorale laziale, vicino alla Scuola di
Paracadutismo di Tarquinia. L'addestramento fu molto duro e realistico, tanto
che non mancarono gli incidenti mortali. Una parte era comune a tutto il personale
(impiego a molti tipi di armi, di diversi titpi di esplosivi e viaproseguendo,nozioni
di sopravivenza, orientamento ecc.) mentre una parte rispecchiava la componente
specifica. Per esempio, gli arditi paracadutisti effettuavano anche tre lanci
notturni( anche a 130 m. di quota veramente pochi ! ); i nuotatori
si addestravano allo sbarco da battelli pneumatici
con motore fuoribordo silenziato e i camionettisti diventavano padroni delle
potenti camionette SPA 43( derivate addiritura dalle blindo AB 41. L'armamento
prevedeva mitra Beretta MAB, pistola, pugnale, bombe a mano e vari tipi di
esplosivi, incluse cariche di T 4.
foto 1
Membri del Plotone Speciale
pronti al lancio
avanti
all'
interno di un SM 82 marsupiale nel 1953